Equazione imperfetta

Perché la Grecia resterà nell’euro

Vorremmo fosse chiaro una cosa, per quanto possa essere statica ed infruttuosa la trattativa che si svolge fra Atene e Bruxelles, la Grecia resterà nell’euro. Si tratta solo di capire se appiccicata con lo sputo o con qualche ragione confortante. Non abbiamo mai avuto dubbio su questo esito perché Tsipras sarà pure un confusionario ma non è matto. È vero che rappresenta una forza antisistema, ma se diventa il responsabile del default era meglio restare in piazza a tirare uova marce contro la Merkel. Troverà un qualche compromesso al ribasso, o qualcosa che gli assomigli ma non sarà lui a dire al suo popolo compagni torniamo alla dracma, perché sarebbe come dire eravamo poveri ora grazie al mio governo siamo dei miserabili. È vero che in Europa non ne possono più della commedia del governo di Atene che oramai ha celebrato tutti i possibili atti, persino quello farsesco di Varoufakis che registra le riunioni dei colleghi. Ma Bruxelles e Berlino sopporteranno qualunque variante della commedia pur di scrivere un lieto fine. L’economia greca è poca cosa, il suo debito altrettanto, il costo di una spaccatura della moneta unica incommensurabile. Il problema è un altro. Ovvero la scarsa autorevolezza mostrata dall’Europa nel suo complesso, gli ammiccamenti a Tsipras quasi avesse ragione ad infischiarsene del debito, il super ruolo assunto dalla Germania, che non le spetta, ma oramai la Francia è diventata una semplice ancella e la Commissione è quasi patetica. Un’Europa che mostra un tale vuoto di potere, indipendentemente da cosa succeda con la Grecia, che avvenire può avere? “L'Europa è sempre stata un'equazione imperfetta”, ha scritto Adriana Cerretelli sul “Sole 24 ore” mercoledì scorso. Vero. La Grecia è solo un errore di calcolo, ma senza una leadership politica forte e una visione chiara e condivisa sul futuro la soluzione data al teorema sarà sempre quella sbagliata. Servirebbe una Margaret Thatcher che non voleva la secessione della Gran Bretagna ma un’ integrazione europea e un mercato unico corrispondenti agli interessi inglesi. Abbiamo invece Angela Merkel che non ha un particolare interesse a germanizzare l’Europa. Piuttosto le va bene vederla annaspare mentre la Germania prende il largo. Ma questo non significa volerla mandare a fondo pezzo per pezzo, bisogna che comunque galleggi. Ecco, per poter andare avanti bisognerebbe riuscire superare la semplice linea di galleggiamento.

Roma, 4 giugno 2015